Il disturbo del neuro-sviluppo chiamato “Sindrome di Tourette”: vediamo di cosa si tratta
DIAGNOSI
Quando AST-SIT è nata nel 2007 subì l’influenza della cultura allora dominante, che inquadrava questa sindrome tra i disturbi neurologici identificabili con il DSM, terzo e quarto, e con l’ ICD 10 (sono ambedue strumenti di classificazione dei disturbi mentali utilizzati a livello internazionale). Di quella cultura vi è ancora traccia nello Statuto dell’ Associazione, questo sebbene la tanta strada percorsa da allora abbia di molto ridefinito l’intera rappresentazione.
Il DSM, che nel suo aggiornamento periodico precede e influenza quasi sempre l’ ICD, è per lo più uno strumento di rilevazione di segni e di sintomi , che in base a certe ridondanze comportamentali misurabili per intensità, durata e frequenza, giustificherebbe una diagnosi di Sindrome di Tourette, così come altre diagnosi.
Quindi chiariamo subito questo aspetto: con le osservazioni (per quanto cliniche), con le raccolte di dati comportamentali (checklist) e con il DSM, non vengono rilevate evidenze organiche specifiche di questa sindrome, non si individua cioè UNA MALATTIA o una “causa” specifica generalizzata, ma solo i tratti di una sofferenza (per chi soffre, ovviamente) e le anomalie comportamentali (tic ed altre risposte), che si differenziano da persona a persona e che, convenzionalmente, vengono chiamate Sindrome di Tourette. Per questo è improprio dire che i tic sono causati dalla SDT, perché essa è appunto “una sindrome”, che sta a significare “sintomi e segni che stanno insieme” , non cause.
Così come la tosse non è causata dalla tosse, ma da cause diverse tra loro ( es. raucedine infiammatoria , bronchite, polmonite, polmonite, etc.), allo stesso modo è illogico dire che i tic sono causati dai tic. Non solo, dato che in medicina è noto che i sintomi sono numericamente in numero molto minore delle cause, si può intendere come lo stesso sintomo, in persone diverse, possa essersi originato da cause anche molto dissimili.
Dare un nome a dei sintomi può anche essere di conforto, certamente, perché nella nostra cultura riuscire a “dare un nome” a dei sintomi appare come una prima identificazione del problema e quindi l’inizio della soluzione. Purtroppo però la sola “nominazione dei sintomi che stanno insieme” , senza cercare le differenti cause, può anche essere causa di illusioni e andare a sostegno di terapie standardizzate proposte come cure specificamente mirate alla sindrome, genericamente intesa come causa.... che non esistono.
SE la SdT non è una malattia in senso stretto, neppure possono esistere cure specificamente indirizzate a questa sindrome, ma semmai cure diverse per diversi sintomi, ma anche qui … non per curare di questi le cause se non , raramente come effetto rebound (cura del sintomo che affievolisce le cause sconosciute che lo hanno determinato) .
PERCHE’ LA SdT SI CHIAMA COSI’ ?
Spesso le sindromi e i “morbi”prendono il nome da chi le ha scoperte o classificate, così è stato ad esempio per la Sindrome di Down o per il Morbo di Crohn, per questo i più sono convinti che lo scopritore della SdT sia stato appunto il neurologo Gilles de La Tourette. In realtà costui scoprì questa sindrome leggendo le carte sulle quali erano riportati gli studi e gli interventi riabilitativi di un sensista che è considerato fondatore della Pedagogia Speciale, Jean Marc Gaspard Itard , più noto come Jacques Itard, medico, ma soprattutto educatore.
Itard studiò e classificò questo quadro sindromico, a cui non dette il suo nome, quasi 30 anni prima della nascita di Gilles de La Tourette!
Ricordiamo che Itard era un pedagogista e un sensista, era cioè convinto che tutti i processi di apprendimento e di sviluppo neurologico, anche quelli anomali, si originassero sempre da una specifica stimolazione sensoriale capace di influenzare l’apprendimento in generale e l’intero corso dello sviluppo, egli inquadrò così anche la sindrome dei tic e dei comportamenti compulsivi .
Un caso famoso su cui Itard lavorò fu la Marchesa De Dampierre, della quale egli disse che a suo parere anche i comportamenti più bizzarri potevano essere letti attraverso la deformazione sensoriale, “simili” scrisse “agli analoghi comportamenti bizzarri che egli vedeva in alcuni soggetti ricoverati presso il suo Istituto per sordo-muti.” Secondo Itard i tic non erano che i riflessi automatici ed involontari della stimolazione sensoriale.
Gilles de La Tourette, pur avendo il merito di aver sottratto questa sindrome alla interpretazione triadica psicologica freudiana (che andava per la maggiore nella seconda metà dell’800 e primi ‘900) e di ancorarla alla spiegazione neurologica, non comprese però (dichiarandolo esplicitamente) il senso del lavoro riabilitativo sensorio che Itard operava su questa sindrome.
Gilles de La Tourette morì per le conseguenze delle percosse di un paziente che lui aveva in cura, di cui però non è nota la diagnosi.
TOURETTICI
La descrizione fornita da Itard per il quadro sindromico in questione è ancora quella che oggi viene grosso modo accettata dalla nosografia ufficiale, si tratta di una descrizione di gesti, movimenti ripetitivi ed anche caratteristiche che mettono insieme tic e tratti caratteriali, quali ad esempio l’impulsività e la compulsività. Ciò che non ci è arrivato è la componente sensoriale che precede queste manifestazioni, vuoto e manchevolezza che AST-SIT e chi con essa lavora, sta cercando faticosamente di recuperare.
I soggetti che si avvicinano alla nostra associazione, per consuetudine si auto-definiscono “tourettici” e non “tourettiani” , come avviene da altre parti, ciò non per il gusto egocentrico di distinguersi, ma per marcare il fatto che anche i soggetti con più manifestazioni rispondono sempre alle stesse leggi di sviluppo a cui rispondono le persone normali. I tourettici non si sentono né marziani e neppure “cervelli irriverenti”, certo non amano alcune loro manifestazioni (che non vorrebbero avere) ma da altre riescono a trarre persino qualche vantaggio, vi sono tourettici che mai vorrebbero, per estinguere i tic, rinunciare a specifiche loro abilità e concezioni esistenziali. A questo quadro sindromico appartengono numerosi artisti e scienziati, seri professionisti, i cui vantaggi sono inquadrabili nella cosiddetta Sindrome di Iper-compensazione GGS ( Genswind and Galaburda Syndrome), come descritta nel mio testo “Tic ed altre risposte compensative”.
SVILUPPO E NEURO SVILUPPO
Sotto la doppia spinta dei programmi genetici (dell’individuo e della specie) e dell’influenza ambientale, l’essere umano è costantemente in divenire. Possiamo dire che lo sviluppo comincia già con la fecondazione, quando cioè il gamete maschile (spermatozoo) e il gamete femminile (ovocita) si uniscono formando una cellula zigote, la quale, con una serie di suddivisioni cellulari, si impianta nell’utero femminile (nella gestazione intracorporea) a dà avvio alla vita umana, questa fase viene detta di “sviluppo embrionale”.
Lo sviluppo umano è dunque quel processo che ci permette di passare da un'unica cellula, a centinaia di miliardi di cellule della vita adulta, tra loro estremamente differenziate e riunite in coorti funzionali a specifiche funzioni, tutto ciò in un corpo che organizza e che bilancia costantemente tutte queste funzioni (e di cui ancora molto c’è da scoprire).
Il numero di cellule umane non è uguale in tutti gli individui, in quanto è determinato dal continuo processo di adattamento all’ambiente, esso è condizionato dal fenomeno della mitosi (suddivisione cellulare) e dalla morte cellulare (provocata ad esempio dai linfociti) e varia in base al rapporto tra cellule morte e cellule nuove.
Dunque molte cellule invecchiano e muoiono e vengono sostituite da cellule nuove, si consideri che ogni anno la massa di cellule ricambiate sono grosso modo pari alla massa del corpo stesso, con modulazioni diverse in base alle età della vita e in base agli organi interessati.
Cosa ha a che fare tutto questo con la Sindrome di cui stiamo trattando ? Ci dice ad esempio che il corpo è una unità dinamica sana, solo se mantiene un ottimale equilibrio lungo il corso dello sviluppo, e soprattutto ci evidenzia che “il cambiamento” e tutto ciò che ne consegue in termini di aggiustamenti, correzioni, compensazioni e perdite, E’ LA REGOLA DELLO SVILUPPO, non l’eccezione. Per questo una sofferenza o una anomalia comportamentale andrebbero interrogate a tutto campo non solo per lo specifico organo coinvolto. Il benessere generale non può non influire su quello particolare, e viceversa. È solo da poco tempo, ad esempio, che si studiano le interazioni tra intestino e funzionamento cerebrale, ed è ancora da meno tempo, dal 2015 per la precisione, che è stata individuata l’esistenza del sistema linfatico nel cervello (e quindi il possibile ruolo delle infiammazioni linfocitarie sui vari disturbi)…cosa che era esclusa dai testi di fisiologia e fisiopatologia di soli pochi anni fa, quelli su cui si sono formati la maggior parte dei medici di oggi.
Riteniamo sia un errore cercare i problemi del cervello solo nel cervello, quando sappiamo, ad esempio, che in tutto il corpo abbiamo milioni di piccoli gangli nervosi (mini cervelli) che interpretano e processano costantemente le informazioni sensoriali dalla periferia di tutto il corpo al Sistema Nervoso Centrale …pensiamo sia un errore cercare le lesioni cerebrali ed escludere le interazioni, non solo con il sistema immunitario, ma con tutto l’ organismo e con tutto il suo processo di sviluppo….per quanto esso è di nostra conoscenza.
E qui veniamo al neuro-sviluppo.
Sopra abbiamo parlato di cellule ed abbiamo detto che tutto il corpo umano è fatto di cellule. All’inizio della vita embrionale si tratta di cellule “equipotenti”, come sono le staminali, cioè cellule che possono prendere un qualsiasi percorso di sviluppo in base a un programma genetico (DNA), che è loro proprio. Fino a circa 13 settimane dallo zigote, quindi poco oltre i tre mesi dalla fecondazione, tutte le cellule si replicano per mitosi allo stesso modo, ed a parte la velocità di replica e di degenerazione, non ci sono sostanziali elementi di differenza tra loro.
Sono tutte cellule eucariote (che vuol dire “buona cellula”), dotate cioè di membrana, citoplasma, organuli citoplasmatici, apparato ciliare, ed hanno un nucleo e un sistema di respirazione e alimentazione. Quando si sdoppiano per mitosi la parte nuova è identica a quella vecchia dalla quale si è separata, e la soppianta . Tutto questo fino a circa 13 settimane di vita, QUANDO diversi cambiamenti cominciano a interessare la riproduzione cellulare, fra tutti il più significativo è la comparsa di una tipologia cellulare non più soggetta a mitosi: la cellula nervosa.
I neuroni sono cellule che, nonostante il processo di eliminazione di molti di loro per “potatura neuronale” (il sistema elimina ciò che non è usato), conserveremo per tutta la vita. Il motivo è facilmente comprensibile: essendo cellule dell’apprendimento e base della memoria, non sarebbe possibile la mitosi senza perdere gli apprendimenti che vengono accumulati con l’esperienza, apprendimenti che sono sensoriali, motori e cognitivi. E’ proprio in questo che i neuroni si differenziano dalle altre cellule, ad un certo punto non si riproducono più e quelli che avremo saranno per sempre, per questo una lesione del sistema nervoso è quasi impossibile da recuperare.
Nonostante che a partire dalla 13esima settimana di vita del feto la riproduzione nervosa cessi, il cambiamento è però ancora la regola, solo che avviene per migrazione neuronale (cioè ogni neurone va a collocarsi in un area funzionale specifica), inoltre i neuroni comunicano tra ,loro attraverso la proliferazione assonica e sinaptica.
Il neuroscienziato Galaburda ha scoperto che la migrazione neuronale viene sostenuta o meglio accompagnata, nelle sue diverse destinazioni, da un ormone particolare: il testosterone. Si intuisce come una eventuale anomalia di questo ormone possa determinare una mal trasmigrazione neurale, ad esempio determinando in alcune aree cerebrali un affollamento neuronale ed in altre dei veri e propri “buchi” (detti ectopie). Alcuni studiosi dei disturbi della letto-scrittura sospettano che alcune forme di dislessia possano essere causate da disturbi sensoriali uditivi conseguenti ad ectopie nell’area parietale. Anomalie di questo ormone sono state registrate nel disturbo ticcoso, così come nella iperattività e nella dislessia, disturbo della letto- scrittura che si accompagna spesso ai tic. Un membro del Comitato Scientifico di AST-SITin California ha fatto per anni ricerche sul testosterone e gli effetti comportamentali della sua scissione.
Riassumendo possiamo dire che un disequilibrio ormonale può creare le condizioni per un difetto sensoriale, il quale a sua volta può causare disfunzioni dell’atto motorio, scrivere e parlare sono azioni motorie, organizzare il movimento e compensarlo (anche con i tic) sono azioni motorie. Naturalmente non si possono imputare al solo testosterone tutti i fenomeni della nostra sindrome, il tic è solo un sintomo e come abbiamo già detto, in medicina è noto che i sintomi sono molto meno delle cause, da cui possiamo dire che gli “stessi sintomi hanno un’ alta probabilità di cause diverse”.
Ma torniamo al neuro sviluppo vero e proprio, parliamo di quello intrauterino.
La fase gestazionale della gravidanza è fatta di fasi di sviluppo cellulare, e questo è vero anche per lo sviluppo della popolazione neurale, cioè delle cellule nervose. Si tratta di fasi in progressione e ogni fase si appoggia sulla precedente, lo sviluppo sinaptico ha delle regole di gerarchiche di progressione.
Ma non si era detto che dopo la 13esima settimana queste cellule non si riproducevano più ? Infatti è così, ma il loro sviluppo non è più per mitosi (scissione) ma per proliferazione sinaptica e per mielinizzazione. Ogni volta che una sola coppia di neuroni entrano in comunicazione si forma almeno una sinapsi (un contatto fisiologicamente risonoscibile), che corrisponde ad un’apprendimento, lo sviluppo sinaptico può essere considerato una cablatura del sistema nervoso, alcune sinapsi sono l’esito del programma genetico (che è direzionale) altre sono il prodotto del caso, dell’esperienza. La mielinizzazione è invece una sostanza grassa (per questa detta bianca) che ricopre gli assoni e le loro proliferazioni sinaptiche che conservare e per stabilizzare gli apprendimenti, sono noti molti disturbi neurologici conseguenti a difetti di mielinizzazione
Nella vita intrauterina c’è un alto grado di filtro e di protezione del feto e per questo il processo sinaptico è prevalentemente genetico, grazie a ciò sono davvero poche le variabili esterne che lo possono fortemente influenzare… lo sono ad esempio il vivere in un area fortemente rumorosa (es. vicinanze autostrade e/o aereoporti) o l’assunzione di molecole psicoattive da parte della madre (es. psicofarmaci, nicotina, alcol), eventi traumatici o il vivere in ambienti fortemente inquinati (ad esempio da sostanze per l’agricoltura intensiva)…..tutti questi possibili eventi esterni sono stati indagati come possibili cause di numerose sindromi neurologiche, e ovviamente neppure è possibile escludere gli esiti di stati emotivi fortemente disequilibranti della chimica neurale della madre … la serenità della madre nella fase di gravidanza è molto importante per l’ottimale sviluppo neurale, è anche per questo che il sistema produce da sè, durante la gravidanza, una maggiore quantità di endo-morfine, morfinoidi naturali che sono la probabile causa dello sguardo sognante delle donne in gravidanza, ed anche della loro capacità di fronteggiare momenti difficili della vita personale se incorrono in quella fase.
Dunque, se le variabili esterne non sono eccessive e quelle interne seguono con ordine il programma genetico, le fasi intrauterine accompagnano armoniosamente lo sviluppo nervoso fino alla soglia del parto. Queste fasi, come ancor più saranno quelle post-parto, sono sia sensoriali che motorie (per questo il movimento del feto è un importante predittore dello sviluppo nervoso).
Lo sviluppo sinaptico è organico, è sostanza dotata di massa, per questo anche nella fase uterina si espande il sistema nervoso e in particolare l’encefalo, che aumenta progressivamente di volume e di peso, ciò accade non perché cresce il numero del le cellule nervose, ma perché cresce la proliferazione sinaptica.
Nello sviluppo intrauterino si attraversano grosso modo le stesse fasi evolutive della nostra epigenesi di specie: dall’organismo monocellulare si arriva alla fase anfibia e rettiliana, da quella mammaria si va via via verso quella della specificità umana. Ogni fase si esplica per sensorialità e relativo movimento, in quella anfibia ad esempio si organizza il riflesso detto di Galant, nel quale il corpo si inarca di lato in seguito ad un contatto, con una risposta arcuata similmente allo specifico movimento natatorio ittico. Il riflesso Galant è considerato la base di ciò che sarà in seguito un importante prerequisito dell’equilibrio : controllare in modo speculare la simmetria laterale riflessa e propriocettiva. Un altro importante riflesso (tra i tanti) è il Riflesso Tonico Asimmetrico del Collo, che prepara tra i suoi tanti compiti genetici, il movimento delle braccia e la torsione del collo, che accompagnano l’uscita dal canale pelvico aiutando la madre nel processo espulsivo del parto. Problemi a carico di questi due riflessi sensori-motori possono spiegare diversi fenomeni ticcosi a carico del collo o della sensibilità di risposta al tocco laterale del corpo, con relativi problemi nell’equilibrio e nella deambulazione crociata (per approfondimenti consultare il testo di Morciano).
Molti genitori realizzano in colloquio con noi, che i tic dei loro figli sono stati spesso anticipati da impacci motori importanti relativi sia alla motricità fine (ad esempio nell’uso delle mani e/o degli organi fonatori), all’equilibrio e alla simmetria sensorio-motoria nella funzione crociata del carponi prima e della deambulazione dopo. Come detto, ogni fase di sviluppo si sostiene su quella precedente e questa può essere assorbita dagli schemi più alti solo se è stata maturata e sufficientemente esercitata quella precedente, la presenza di riflessi arcaici non assorbiti è spesso connessa a specifiche compensazioni ticcose.
IL neuro -sviluppo extrauterino
Non c’è una vera soluzione di continuità tra il neuro sviluppo intrauterino e il neuro-sviluppo post natale. Quella che viene chiamata “nascita” è in realtà il passaggio da un ambiente protetto ad uno più esposto agli stimoli ambientali, la puntualità del parto e la modalità di uscita sono condizionate dai riflessi primitivi, che hanno tempi medi di assorbimento da parte di successivi schemi più evoluti, assorbimento che è necessario e se questo non accade movimenti riflessi di tipo “ticcoso” (movimenti automatici e sotto-corticali) possono persistere nella vita successiva, sempre associati ad anomalie sensoriali (es. iper-acusia, iper o ipo-tatto, persistenza di visione periferica o al contrario assenza di aggiustamento centrale, con il corteo di oculogiri o blicking.).
Alla nascita il bambino ha un’architettura del sistema nervoso completo (se è andato tutto bene) ma è ancora molto, molto immaturo per apprendimenti e mielinizzazione. Il sistema c’é, ma ancora non sa far lavorare funzionalmente e in modo coordinato tutte le sue parti, per questo il controllo motorio del bambino è così inefficiente (a parte i riflessi di suzione orientamento al calore ed alla luce). Alla nascita il cucciolo umano ha come struttura cerebrale più efficiente quella del Tronco Encefalico, che è a funzionamento reticolare, bisogna sapere che c’è una grande differenza e nello stesso tempo una importante complementarietà tra la trasmissione delle informazioni della forma reticolare e quella della forma “gangliare”, che per Alexander Lurija (studioso del neuro-apprendimento e nostro fondamentale riferimento), caratterizza il funzionamento nervoso umano, soprattutto quello umano.
Nascere con un sistema nervoso immaturo potrebbe essere il vero elemento di vantaggio tra l’organismo umano e gli altri animali, infatti nell’uomo il neuro-sviluppo è molto più influenzato dall’esperienza e dagli stimoli esterni , ed è forse per questa caratteristica che esso è illimitato e dura tutta la vita.
LO sviluppo post natale è inizialmente esplosivo e compulsivo, poi pian pianino si va organizzando in misura del coordinamento e dell’organizzazione che le diverse strutture riescono a costruirsi e diviene più regolare.
Le ricerche della Levi Montalcini ci hanno spiegato che in questa fase ogni nuova esperienza accende un numero di neuroni molto più alto del necessario per apprendere, e si attiva una sorta di iperattività nella determinazione di nuove connessioni sinaptiche. SE si restasse in questa fase , rimarremmo iperattivi in troppe cose e per tutta la vita, invece viene a nostro soccorso il BDNF, che chiude la fase critica di apprendimento. Il BDNF avvia la potatura sinaptica e fissa gli apprendimenti necessari.
Riaprire quando serve le fasi critiche si neuro-sviluppo e chiuderle è appunto il compito del neuro-educatore e del neuro-riabilitatore, i quali lavorano sulla plasticità cerebrale. Chiunque lavora sull’apprendimento , sta cercando di modificare il sistema nervoso e agisce come neuro-educatore.
Nonostante la sua compulsività, soprattutto iniziale, anche per il neuro sviluppo l’evoluzione ha previsto fasi e regole. Sebbene non ci sia una consequenzialità meccanica, l’apprendimento sensoriale e la capacità di discriminare uno stimolo attiva inevitabilmente lo sviluppo motorio corrispondente, non posso focalizzare la vista su uno stimolo se non ho controllo motorio oculare o se lo stimolo è impreciso, non posso parlare bene se non ho l’adeguata percezione somatosensoriale degli organi fonatori e del palato, non posso avere una buona azione balistica della mano, ad esempio nella scrittura, se il gruppo di neuroni visivi non sono cablati insieme a quello della percezione somatica del braccio e della mano, e via dicendo.
Nel tempo sono stati definiti diversi modelli di neuro sviluppo, per l’intero sistema e per le singole funzioni sensoriali e per i distretti motori.
Certamente avere un modello di sviluppo di riferimento è necessario per chiunque intenda operare sull’apprendimento e controllarne i risultati, ma quello che ora interessa considerare è che lo sviluppo tende a dei risultati specifici, uno questi, importante per la sindrome di cui stiamo trattando, è il processo di apprendimento sensorio-motorio che porta , dopo aver acquisito ed interiorizzato la simmetria (l’impropriamente detto ambidestrismo), verso la specializzazione a-simmetrica dominante di un emisfero sull’altro.
Quasi tutto il funzionamento nervoso del corpo, dalla sensazione, alla percezione e alla risposta, presenta questo elemento di dominanza, in assenza della quale si hanno fenomeni quali disprassie, posture anomale, impaccio motorio, problemi di articolazione della parola e della scrittura e diverse modalità di “risposte compensative”. Vale la pena ricordare che la “dominanza emisferica coerente” non riguarda solo gli aspetti sensoriali e motori, riguarda anche lo stile cognitivo, l’umore e le forme di relazione interpersonale (ad esempio competitive o collaborative).
Dopo aver mostrato cosa la sindrome è o potrebbe essere, diamo ora seguito al concetto di “SINDROME CHE NON E” in 16 PUNTI:
1- Non è una malattia (semmai una possibile conseguenza di una anomalia di sviluppo)
2- Non è una lesione cerebrale (anche se le lesioni possono dare analoghi fenomeni)
3- Non è un cervello diverso (ma un cervello che risponde alle stesse influenze e leggi naturali di tutti gli altri cervelli)
4- Non è solo sofferenza (a qualcuno può dare anche vantaggi)
5- Non è solo un malfunzionamento chimico (nel senso che i processi cerebrali sono tutti in gran parte chimici)
6- Non è qualcosa che deve accendere curiosi pruriti e interessi per il mistero (ogni manifestazione è potenzialmente spiegabile e rientra nei fenomeni che hanno tutti)
7- Non è un cervello irriverente e neppure è la sindrome della “parolaccia” (la piccola minoranza che fa questo lo fa “perché non lo vuole fare”, é prigioniera di una dinamica compulsiva)
8- Non è una sindrome per la presa in giro, anche se sappiamo che i tic “suscitano ilarità” (molti soggetti hanno tanto sofferto per questo, specie da bambini, alcuni adulti tramutano l'esperienza di presa in giro in Fobia Sociale, cioè timore del giudizio altrui )
9- Non è una sindrome contagiosa e chiunque ha tic, sa di averli, fingere di non vederli é pertanto un specie di etichettamento di vergogna, se ne può parlare senza drammi emotivi
10- Non è una sindrome incurabile nei suoi aspetti più disfunzionali, presentarla come una tragedia è fonte di peggioramento
11- Non è “quella” sindrome di cui si parla spesso nei mass media, presentata come catastrofica e sempre invalidante e quindi sempre bisognosa di cure forti ed invasive, la maggior parte delle persone che hanno tic non presentano tratti somatici, motori e comportamentali molto lontani dalla media delle altre persone
12- Non è neppure la Sindrome di Tourette……(la scoprì infatti il sensista Itard, che la curava con la riabilitazione e l’educazione sensoriale).
13- Non è neppure una sindrome solo neurologica (tutto il comportamento e pensiero umano è neurologico), ma presenta importanti dimensioni esistenziali (ad esempio un “Teoria del sé” di ogni persona da cui secondo noi è necessario partire prima di qualunque intervento di cura)
14- le cure invasive si giustificano solo in situazioni di eccezionale gravità
15- La riabilitazione o abilitazione in neuro-educazione ha senso soprattutto in età infantile, con gli adulti è meglio (secondo chi vi scrive) puntare su strategie di aggiramento e gestione degli impulsi, importante soprattutto in presenza di un quadro OCD
16- non fatevi spaventare da una "diagnosi", nessuno è in pericolo di vita e quasi sempre i sintomi si compensano da sè o con poco aiuto (salvo casi eccezionali)