NOTA di GENNAIO 2019
PROFESSIONI socio-SANITARIE e socio-EDUCATIVE: ha vinto la rigidità e la settorializzazione
Il precedente governo (Ministra Lorenzin), assecondando la cultura corporativa e protezionista tipicamente italiana, ha operato delle settorializzazioni rigidissime di ogni professione, creando diversi problemi soprattutto all'utenza, che é costretta a saltare da un professionista all'altro a scapito della continuità di cura e soprattutto della sua coerenza.
Il peggio sembra averlo fatto proprio con gli Educatori, operando una rigida separazione tra Educatori Laureati che lavorano in campo sanitario e quelli che lavorano in campo "sociale"...una separazione ridicola che si auspicava potesse essere superata in modo intelligente, ad esempio con diverse "passerelle" tra un percorso di laurea e l'altro o con il riconoscimento di Crediti Formativi Esperienziali, ma che è invece tornata più forte che mai.
L' Educatore, figura diventata indispensabile per l'integrazione dei soggetti in difficoltà nelle scuole di ogni ordine e grado, che è figura centrale nelle comunità sociali e terapeutiche e che ha sempre operato sia nel settore sociale che sanitario, se é uscito da un corso della Facoltà di medicina ORA non potrà più operare nelle scuole (che per oscure ragioni sono considerate "settore solo sociale") e invece se è uscito da Scienze della Formazione ORA non potrà più operare nei servizi sanitari, ad esempio in psichiatria o nelle comunità Terapeutiche.
Siamo alla follia.
Siamo di fronte ad un'operazione che strappa centinaia di professionisti validissimi dai settori in cui si sono sperimentati con successo negli anni, si mettono profili contro profili e si costringono gli Enti pubblici e privati a licenziare i professionisti che non rispondono alla norma. Insomma il caos.
Non solo, preso atto (l'attuale governo) del caos conseguente, invece di sospendere e rivedere questa assurda normativa, ha pensato di offrire corsi di aggiornamento (a pagamento e obbligatori) da parte delle Università per permettere a chi già lavora in un settore di continuare a farlo.
Peccato che queste figure sono già preparatissime e di corsi ne hanno frequentati a iosa, peccato che i docenti universitari invece spesso non hanno mai visto da vicino neppure un utente vero,....il risultato saranno i soliti corsi fumosi, utili solo (secondo me) a convogliare risorse economiche ai soliti pezzi del sistema, come é sempre stato. Che paese !
Ricordo un tempo in cui un Ministro della Sanità capì l'importanza della questione e per questo si mise a studiare e ad approfondire la materia, presentandola tutta in un quadro sinottico che espose lei stessa in una magnifica e affollatissima conferenza interattiva a Brescia, con l'individuazione di diverse possibilità risolutorie.
A questa Conferenza partecipai come Docente e come Relatore.
Il MInistro si chiamava Rosy Bindi e non era la prima volta che risolveva "con abilità politica" questioni complicate.....le feci allora i miei complimenti e glieli rinnovo ancora più oggi che i suoi successori ne hanno inconsapevolmente aumentato il valore.
Chiunque volesse mettere mano in questa materia dovrebbe rapportarsi con lei, che tanto bene la conosceva.
Questo (ma anche il precedente) doveva essere il governo del cambiamento e della semplificazione? Si é impastato invece negli interessi corporativi e sta rendendo tutto molto, molto più complicato.
IL nostro paese ha bisogno di una grande semplificazione, di tutto ed anche dei corsi di studio, si dovrebbero abolire la maggior parte degli Ordini (tranne Medicina e ingegneria) e degli Albi, si dovrebbe equiparare il percorso professionale a quello teorico (come accade in Germania, in cui "Università" sono tutti gli studi riconosciuti post-diploma), si dovrebbe mettere mano ai CFU (crediti formativi) sul serio (come tentò un Ministro ma con troppa timidezza, o timore e quindi fallendo), si dovrebbero prevedere passerelle da un percorso all'altro e da una facoltà all'altra senza penalizzazioni (solo in Italia se uno studente passa da una sede universitaria ad un'altra con la stessa denominazione di Laurea, deve rifare quasi completamente gli esami già sostenuti)....ed andrebbero aboliti davvero i Baroni universitari e i loro lacchè.
Ma forse sto parlando di una rivoluzione che, per quanto liberale e borghese, un paese ingessato come il nostro non può fare.
Gianfranco Morciano
La Bindy non aveva le mie simpatie politiche, ma la mia stima come persona sì, tanto che ne auspico il ritorno